Tutto in una notte è una distesa di parole e immagini di due Anime diverse, entrambe riparate, per una notte appunto nella penombra di una piccola stazione ferroviaria. Nascoste, silenti. Scorticate come gatti randagi, veloci volan via, o immobili con gli occhi enigmatici fissano la notte. Stanno sedute su una panchina fra la luce arancione di un lampione. Poi celate al riparo di un treno merci fermo al binario morto. Mentre una salta e resta a cavalcioni con le mani fra le guance sui fili dell'alta tensione e poi si lancia sull'orologio dalle lancette ferme alle 3:33. L'altra è passata in sala d'attesa e si sdraia a pancia in su e le braccia dietro la testa. Poi corre sui binari scuri quasi a pattinarci sopra. Si ferma, raccoglie i sassi dai binari e li scaglia nel vuoto. Rumori di pietre e di ferro. E scompare nel buio di una galleria. E tutto danza su una colonna sonora anch'essa doppia, due brani di due cantautori diversi, che musicano e cullano le due Anime. Ivano Fossati ne segue una con la sua E di nuovo torno a casa, brano decadente e graffiante che rasenta un crepuscolare velo cinico, ripetuto in loop. Claudio Baglioni segue l'altra con Solo, ascensore emotivo struggente tra cuore e stomaco che sale e scende ferendo e forse curando. Un'Anima è dolce, fresca. E' armonico arpeggio di antichi strumenti a corda. E' acqua di lago d'Alpe delle prime luci del mattino; porta sogni scintillanti, profumo di muschio e di primavera, rinfresca ciò che è spento. Illumina ciò che è scuro. Osserva, attende. L'altra è turbolenta, è vento che corre veloce fra i pini e i faggi della foresta Nera. Precipita a sud nel Sahara agitando tempeste di sabbia improvvise, poi risale lenta e fredda verso i mari del nord e in quel blu o grigio o nero ci danza sopra come gabbiano dallo sguardo di falco.